Come migliorare la liquidità aziendale senza chiedere un prestito alla banca.
Sono passati più di dieci anni dal 2008, ma la stretta creditizia del sistema bancario non accenna a diminuire. In particolare nei confronti delle PMI, molte delle quali, pur vantando buoni profitti e una buona redditività, risentono di una carenza di liquidità che ne compromette la crescita.
Sulle cause si potrebbe discutere a lungo, ma qui ci interessa concentrarci sulle possibili soluzioni. Vediamo quindi alcuni strumenti di finanziamento alternativi di cui le imprese possono servirsi per ottenere liquidità senza ricorrere al prestito bancario.
Factoring & Invoice trading
Secondo una ricerca del gruppo Atradius, in Italia il tempo medio per l’incasso delle fatture è di ben 74 giorni. Un dato sconfortante, perché il ritardo nella riscossione delle fatture influisce sulla disponibilità di cassa e sulla liquidità aziendale.
Una soluzione può essere quella di giocare d’anticipo attraverso un’operazione di factoring. Con il factoring l’impresa può cedere a una società specializzata (factor) le fatture non scadute che vanta nei confronti dei propri clienti e ottenere in cambio il valore in liquidità, al netto dei costi e dei tassi di interesse applicati dal factor.Simile al factoring è l’invoice trading. In questo caso le fatture vengono cedute agli investitori attraverso piattaforme web e l’impresa riceve subito un acconto pari al 90% del valore del credito. Quando la fattura viene pagata, l’investitore ne incassa la somma e versa il saldo all’impresa cedente al netto dei costi di commissione (in genere tra l’1% e il 3%).
Minibond
I minibond sono stati introdotti in Italia dal Decreto Sviluppo del 2014, che ha esteso alle PMI la possibilità di emettere obbligazioni di piccolo taglio (sotto i 500 milioni). L’impresa si impegna a restituire il valore del bond ratealmente o al termine della scadenza, e riconosce all’investitore una remunerazione attraverso il pagamento di cedole.
Per ridurre le spese di emissione, le imprese possono candidarsi ad un’operazione di basket bond. Un basket bond è un portafoglio che raggruppa le emissioni di minibond di più aziende al fine di raggiungere un valore di un certo interesse per gli investitori. In questo modo la singola impresa può impegnarsi con un’emissione di piccolo taglio, dividere una parte delle spese con gli altri partecipanti e beneficiare di eventuali garanzie presenti.
Crowdfunding
Il crowdfunding si basa sulla ricerca di finanziatori in rete attraverso portali specializzati.
Esistono diversi modelli di crowdfunding, che si differenziano per la ricompensa offerta in cambio del finanziamento. Si va dai modelli che offrono una condivisione dei profitti al donation crowdfunding, con cui si richiede una donazione liberale che non prevede alcuna ricompensa. Il modello più comune è il reward-crowdfunding in cui il compenso consiste nel prodotto stesso che si vuole realizzare attraverso la richiesta di finanziamento.
Una formula particolare di crowdfunding è il crowdinvesting. In questo caso la raccolta di capitale assume carattere di vero e proprio investimento e il capitale raccolto viene remunerato con quote della società (equity-based) o di titoli dei debito (lending-based). Lo stesso invoice-trading è considerato una formula di crowdinvesting.
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Quale che sia la formula più adatta alla proprie esigenze, è bene ricordare che ogni forma di finanziamento costituisce un rischio per gli investitori.
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